La vocazione museale di Palazzo Lomellini risale al 1973 a quando cioè Giovanni Boano, Oscar Casanova, Dario Cornero e Gianfranco Curletti, «sulla base del comune interesse per la natura», proposero al Comune di Carmagnola di istituire nello storico edificio situato in piazza Sant’Agostino, un museo di storia naturale. La loro richiesta venne subito accolta tanto che il Consiglio comunale deliberò «di approvare la formazione di un museo civico di scienze naturali da sistemare nei locali del palazzo comunale Lomellini ad opera di un gruppo di giovani appassionati, sotto la vigilanza del Comune».
Il museo, inaugurato e aperto al pubblico il 5 settembre 1976, prosegue la sua importante attività di tutela e di ricerca ancora oggi. Esso conserva collezioni di minerali, piante ed animali molto importanti, tanto che gli esemplari delle collezioni scientifiche sono utilizzati per ricerche da studiosi italiani e stranieri.
Fu dunque lungimirante il consigliere comunale che affermò, durante l’assemblea del 30 maggio 1973: «(…) credo di non sbagliare nel dire che, se il fine che si vuole raggiungere sarà rispettato nel suo programma, il museo di storia naturale di Carmagnola è destinato a diventare uno dei più importanti nel suo genere nell’ambito della regione piemontese e anche di tutto il territorio nazionale. L’iniziativa di questi 4 giovani è appoggiata anche da docenti universitari, che sono disposti a dare la loro collaborazione, e da appassionati di collezioni di minerali di tutta la regione piemontese e anche di tutto il territorio nazionale. (…). Lasciamo che questi giovani facciano (…)».

Palazzo Lomellini: Monumento Vivo

Palazzo Lomellini ospita una colonia di Rondone pallido (Apus pallidus) che dal 1974 è monitorata dal Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola e da numerose istituzioni universitarie italiane e straniere. L’insediamento conta circa centoventi coppie di esemplari che nidificano nelle buche pontaie e rappresenta la comunità più a lungo studiata in Italia e di grande interesse anche in Europa. Il gran numero di studi e pubblicazioni scientifiche sull’argomento hanno contribuito a procurare a Carmagnola la fama di “città dei rondoni”a livello internazionale. La presenza nel centro storico di torri rondonare e di altri edifici caratterizzati da buche pontaie o nidi artificiali antichi ha favorito la nidificazione sul territorio di altre due specie di rondoni: il Rondone comune (Apus apus) e il Rondone maggiore (Tachymarptis melba). Proprio per questo la nostra città è stata sede delle prime edizioni del Festival dei Rondoni Swift & Fun. Inoltre è del mese di agosto di quest’anno, la proposta dell’Associazione Monumenti Vivi di Torino di assegnare a Carmagnola la qualifica ufficiale di “Città dei rondoni” e di insignire il Palazzo Lomellini del titolo di “Monumento Vivo”.